 Sette del mattino, le solite facce assonnate agli imbarchi in aeroporto. Intuisci che alcuni passeggeri lavorano in azienda, pochissimi viaggiano per diletto, la maggior parte sono consulenti. Per questi ultimi i criteri di omologazione e l’esperienza ti spingono ad indovinare la società per cui lavorano e i nomi sugli zaini ti confermano la tua capacità di essere un buon osservatore.
Sette del mattino, le solite facce assonnate agli imbarchi in aeroporto. Intuisci che alcuni passeggeri lavorano in azienda, pochissimi viaggiano per diletto, la maggior parte sono consulenti. Per questi ultimi i criteri di omologazione e l’esperienza ti spingono ad indovinare la società per cui lavorano e i nomi sugli zaini ti confermano la tua capacità di essere un buon osservatore.
Una faccia amica, un cliente, un amministratore di una multinazionale che vado a salutare con piacere. Small talks sulle notizie del mattino e poi un pensiero espresso con spontaneità che mi allieterà la giornata ma, soprattutto, mi darà forte stimolo nei momenti più complicati: “sai, quello che vi contraddistingue non è la competenza – che è ormai una commodity – ma che voi ascoltate! Non mettete in campo neo laureati che cercano di insegnarti il tuo lavoro e che si mascherano dietro un approccio verticale. Voi ascoltate, pensate e proponete soluzioni personalizzate.” Grazie Federico, è il più bel riconoscimento che potessi sperare di ricevere.