Un caro amico, amministratore delegato di una splendida azienda, con dei modi bruschi che solo tra amici non assumono alcun significato se non: sei mio amico per come sei. La proposta di un progetto straordinario per valutare il sistema di controllo per la prevenzione della corruzione in una multinazionale quotata, coinvolta in un caso che è continuamente riportato dai quotidiani nazionali. Un bellissimo progetto in cui abbiamo dato tanto valore tangibile. Unico neo? Non possiamo parlarne se non vogliamo che le prossime generazioni siano condannate a pagare i danni del nostro ego. Grazie Massimo, per averci ricordato che non dobbiamo lavorare per gli amici ma con loro.
Come si mangia un elefante? Solo a pezzi! Tutto insieme è impossibile. E se l’elefante è un’azienda leader indiscusso nel suo settore allora trovi: dimensioni, resistenza al cambiamento, piccoli domini personali e altre trappole lungo la strada del cambiamento. Il problema più grosso? Il manager incaricato del progetto: un romano in un’azienda milanese! Ogni anno un’area da migliorare, scadenze serrate, complessità da superare e progetti sempre più ambiziosi; ogni anno miglioramenti importanti, misurati oggettivamente, portati a casa nei tempi previsti. Grazie Edoardo, è stato un grande goal!
Un pomeriggio di un 25 aprile – come non ricordare il giorno – e il telefono che squilla. L’azienda è accusata dalla Magistratura di corruzione internazionale, tre aziende coinvolte, fatti svoltisi in tre paesi, situazione complicata da un mandato d’arresto. Dobbiamo studiare le carte e presentare il progetto il 1° maggio – come non ricordare il giorno. Rifletto sul fatto che la responsabilità personale rimarrà tale ma possiamo cercare di aiutare l’impresa che in Italia impiega circa 660 persone in due regioni. Il primo maggio il nostro progetto colpisce, poco tempo dopo la Magistratura valuta il nostro modello 231 idoneo e non applica le sanzioni interdittive. Un bel successo professionale che è stato surclassato dalla telefonata dell’amministratore che, ha distanza di anni, è stato prosciolto da ogni accusa. Grazie Paolo, per la lezione di vita e averci permesso di immergerci insieme nella vostra realtà.
Una grande realtà italiana, molto complessa e articolata. Un progetto che non decolla perché il consulente non sa da che parte girarsi con tutte quelle variabili in campo. Un’azienda padronale dove si investono soldi per macchinari capaci di produrre con una velocità incrementale marginale e che non vuole “buttar via soldi in consulenza”. Il loro primo cliente che richiede tre diverse certificazioni di sistemi di gestione normati in Italia, Romania e Cina in tempi strettissimi. Una sfida che non puoi non accettare e che vinci nei tempi previsti, con miglioramenti sostanziali e con un risparmio di decine di migliaia di euro. “Se credi che un professionista ti costi troppo è perché non hai idea di quanto ti costerà alla fine un incompetente”. Grazie Angelo, la montagna che abbiamo scalato è la più inusuale delle tue vette ma comunque di grande soddisfazione.
Come si autodefinirebbe è very demanding! Ci ha fatto partire da un progetto per la certificazione di sistemi di gestione normati su due società del gruppo. Tempi stretti, qualità richiesta al massimo livello, ritmi 24/7 e noi alla spasmodica ricerca del dare valore tangibile. Forse, tra tutte le nostre inefficienze, ci stiamo riuscendo e ancora oggi lavoriamo su tanti progetti diversi in Italia e all’estero. Grazie Mariella, per averci insegnato che si può sempre migliorare.
Sette del mattino, le solite facce assonnate agli imbarchi in aeroporto. Intuisci che alcuni passeggeri lavorano in azienda, pochissimi viaggiano per diletto, la maggior parte sono consulenti. Per questi ultimi i criteri di omologazione e l’esperienza ti spingono ad indovinare la società per cui lavorano e i nomi sugli zaini ti confermano la tua capacità di essere un buon osservatore.
Una faccia amica, un cliente, un amministratore di una multinazionale che vado a salutare con piacere. Small talks sulle notizie del mattino e poi un pensiero espresso con spontaneità che mi allieterà la giornata ma, soprattutto, mi darà forte stimolo nei momenti più complicati: “sai, quello che vi contraddistingue non è la competenza – che è ormai una commodity – ma che voi ascoltate! Non mettete in campo neo laureati che cercano di insegnarti il tuo lavoro e che si mascherano dietro un approccio verticale. Voi ascoltate, pensate e proponete soluzioni personalizzate.” Grazie Federico, è il più bel riconoscimento che potessi sperare di ricevere.